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IL CROCEFISSO ROTTO

«Questo crocefisso rotto io l’ho scoperto dentro una cassapanca.. e subito me ne son fatto un compagno e un amico. Al posto del volto è rimasto un incavo ovale, coronato da ciò che resta delle ciocche e del serto di spine...

Nell’incavo che rimane al posto del volto, io posso mettere con la fantasia tutti i volti, gli infiniti volti che passano effimeri sulla terra misteriosamente rassomiglianti fra loro, anche se diversi. Volti di uomini sparsi nel mondo, parlanti ciascuno il proprio linguaggio, segnati ciascuno dal proprio sogno e dal proprio dolore, sospinti ciascuno dal proprio intimo scopo di vita: nati per partire, amare, odiare, confondere l’amore con l’odio, essere piccoli o grandi ma sempre con fatica e con pena, scontare, morire, rinascere in Cristo.

Tanti volti, uno solo: quello di Cristo. Egli è pur sceso fra gli uomini per essere corporalmente simile a loro, salvarli e riceverne in cambio la morte umana e l’ingratitudine perpetua. Qualunque sia, l’uomo reca impresso sulla propria fronte il segno del Salvatore: ed è pur sempre crocifisso al proprio tormento, palese o nascosto, meritato o no.

(Ada Negri)

Fonte: Maridinazareth

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