La massa o la croce?

In un periodo in cui sembra importante apparire, emergere, trasgredire ad ogni costo, mi sembra che non ci si accorga che questo cammino, più che affermare la propria personalità, porti sempre più verso una massificazione, una immoralità diffusa che ci porta a dire: "tanto lo fanno tutti!" Ciò che poco fa era scandaloso e vergognoso, di fronte al successo o alla carriera ora diventa forse un po' umiliante, ma lecito. Non è solo un problema di buon gusto e di moralità, è proprio un problema di ben-essere: non si sta bene se non si fa parlare il proprio cuore, se non voliamo alto, sopra le miserie che la nostra condizione di "animali" ogni giorno ci fa compiere. La parola animali, non ci deve far parura perchè nasconde al suo interno "anima", siamo di carne e legati a questo mondo, ma abbiamo un'anima, un soffio di vita che ci permette con orgoglio di guardare al cielo e di dire: "io appartengo a lui". Per un cristiano poi, sentirsi parte di un progetto più grande che guarda al cielo, alle cose pulite e belle che tanto ci piacciono durante l'età dei grandi ideali, la giovinezza, è facile: sulla croce Cristo ha detto "Tutto è compiuto". Non bastano quindi i fallimenti, gli errori di una vita intera a schiacciare chi si sente veramente cristiano, perchè sappiamo che anche se pieni di errori (i peccati) abbiamo qualcuno che ci dice: "Non ti preoccupare, ci ho pensato io, ti conoscevo e ti amavo prima che tu nascessi, volgi ancora il tuo sguardo verso il cielo, anche tu ne sei degno".

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