Bus atei e bus credenti...

Questa mattina alcuni ragazzi hanno chiesto il mio parere sulla questione dei cosiddetti "bus atei". Io ho detto che come credente mi sono sempre sforzato di rispettare e amare le persone, tutte, al di là della pelle e della provenienza e ho sempre desiderato che tutti potessero dire e credere nei propri valori e nelle proprie idee; ho aggiunto che in questi anni, nelle classi prime, parlando delle domande di senso, ho proposto le risposte che vengono date dagli uomini di tutto il mondo: sono risposte di fede, risposte filosofiche, agnostiche e atee. Ho detto che, pur non condividendone alcune, non di meno è giusto portare rispetto alle persone e alle loro convinzioni. Bene, rispetto per le idee altrui... ovviamente però ritengo giusto ricevere rispetto. Devo dire, onestamente, che in coloro che si sono professati atei ho sempre trovato rispetto, questa volta però questa iniziativa chiaramente va contro le idee di miliardi di persone credenti.
Non amo però le crociate nè le parole forti. Ispirato dal sito spagnolo Aula de Reli lascio il compito di rappresentare il mio pensiero ad una bella, dolce canzone, purtroppo in spagnolo: ai ragazzi che studiano questa lingua il compito di tradurla tutta; io riporto solo qualche frase e il ritornello:
DIO
"Qualcuno lo ha visto nella tasca vuota di una nigeriana che
incinta ha attraversto lo stretto.
Qualcuno lo ha visto cercando un ricovero tra i rifugiati che
in Ingusezia sono disperati.
Luce per noi
e per noi Luce
Molti e molte credono che esista
e giusto e generoso
sia Luce per noi
e per noi
dicono sia Luce...
...e che siamo uguali,
tutti e tutte
sì, siamo uguali
davanti ai suoi occhi


DIOS

Alguien lo vio
en el bolsillo de la nigeriana
que embarazada
atravesó el estrecho.

Alguien lo vio
buscando un hueco
entre los refugiados
que en Ingushetia son
como deshechos.

Vela por nosotros
y por nosotras, vela.
Muchas y muchos
creen que existe y,
justo y generoso,
vela por nosotras y por nosotros,
dicen que vela.

Alguien lo vio
en la mirada del muchacho negro
que lleva al hombro
un arma de combate.

Alguien lo vio
en los burdeles sucios de Manila
junto a la niñaque vendió su padre.

Y es que somos iguales.
Todas y todos, sí,
somos iguales
ante sus ojos.

Alguien lo vio
entre los huesos de las mexicanas,
desperdigados por todo el desierto.
Alguien lo vio
cuando el sicario se guardó el revolver
y entre los cochesdescansaba el muerto.

Pedro Guerra (Bolsillos, 2004)

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