Il Nirvana

Ecco la definizione che il sito di FOCUS dà del Nirvana.


Nirvana è una parola che deriva dal sanscrito e significa estinzione, oppure ciò che è soffiato via, che si spegne. È un termine dei testi buddisti che esprime un concetto difficilmente traducibile nell’ambito della cultura occidentale. Possiamo provarci dicendo che il nirvana è considerato una non-condizione: con il suo raggiungimento si interrompe il cerchio della trasmigrazione delle anime e si ha l’annullamento del karma, ossia della forza prodotta dalle azioni che legano l’uomo al ciclo delle rinascite. Il nirvana quindi mette fine all’esistenza materiale ed è una specie di gradino preliminare verso la perfezione spirituale. Una volta raggiunto il nirvana, l’essere conosce la vera vita, libera da ogni contaminazione materiale.


Ecco invece le definizioni che dà WIKIPEDIA:




Nell'Induismo il nirvāṇa indica l'estinguersi dei desideri mondani e la realizzazione della liberazione (mukti o moksa) dall'illusione (maya). Nella Bhagavadgita viene improlocatariomente definito come brahmanirvāṇa, l'estinzione dell' io nel Brahman. Da precisare che nell'Induismo il termine nirvāṇa non ha la stessa diffusione e centralità che ricopre nel Buddhismo, ciò è da attribuire al vasto utilizzo che ne fecero le scuole fondate dal Buddha Shakyamuni.



Nel Buddhismo il nirvāṇa è il fine ultimo della vita, lo stato in cui si ottiene la liberazione dal dolore (duhkha). La dottrina del nirvāṇa nel Buddhismo solitamente non viene definita con termini positivi, ma negativi: dato che il nirvāṇa è al di là del pensiero razionale e del linguaggio, non è possibile affermare quello che è ma, piuttosto, quello che non è. Ciò premesso occorre precisare che la dottrina del nirvāṇa acquisisce significati diversi a seconda della scuola buddhista, del periodo storico e del luogo in cui essa fu esposta.


Ed ecco infine la risposta che mi ha dato un ragazzo:


I Nirvana sono un famoso complesso rock .

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