Scopo della commemorazione di tuttii defunti in passato era quello disuffragare i morti; di qui le Messe, la novena,l’ottavario, le preghiere al cimitero. Questo scopo naturalmente rimane; ma oggi ne avvertiamo un altro altrettanto urgente: creare nel corso dell’anno un’occasione per pensare religiosamente, cioè con fede e speranza, alla propria morte. Spezzare la congiura del silenzio riguardo a essa. (...) La percezione mesta, a volte tragica, della morte è comune a tutti,credenti e non, ma la fede cristiana ha una parola nuova e risolutiva, che oggi dovrebbe risuonare nella Chiesa e nei cuori, una cosa semplice e grandiosa: che la morte c’è, che è il più grande dei nostri problemi, ma che Cristo ha vinto la morte! La morte non è più la stessa di prima, un fatto decisivo è intervenuto. Essa ha perso il suo pungiglione, come un serpente il cui veleno è capace solo di addormentare la vittima per qualche ora, ma non di ucciderla. "La morte è stata ingoiata per la vittoria. Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?" (1Cor 15,55).
Riflettiamo anche con la bella preghiera del mio parroco, don Piergiorgio
Andate poi a visitare la bellissima riflessione fatta dal mio altro parroco don Giovanni Berti a questo indirizzo.BEATO CHI PONE IN TE LA SUA SPERANZA
Beato chi vive con libertà interiore
di fronte alle cose e alle persone.Beato chi è solidale nella sofferenza.
Beato chi si sente figlio di Dio,
perché costruisce la pace attorno a sé.Beato chi sa donare il perdono
e chi sa rinunciare ad ogni forma di violenza.Beato chi segue il tuo disegno di giustizia
nel mondo e nella propria vita.Beato chi ha un cuore limpido,
capace di decisioni e di affetti autentici,
trasparente della tua presenza.Grazie, Signore, che ti metti al nostro fianco
affinché noi viviamo con gioia
questo progetto di vita.(don Piergiorgio Soardo)
Commenti