La nascita della Bibbia - L'antico Testamento

E' facile pensare che la Bibbia sia nata come nasce oggi un romanzo: un autore pensa, scrive e fa stampare la sua opera. Ovviamente in passato non esisteva la stampa ed anche la scrittura incontrava non poche difficoltà. Quindi come si è arrivati al testo biblico così come lo conosciamo oggi?
Innanzitutto la Bibbia trova ispirazione nel diretto pensiero di Dio, ma fu scritta dagli autori sacri (agiografi, dal greco: scrittori sacri) nell’arco di circa 1500 anni.
Per capire come si è giunti all'Antico Testamento così come lo possiamo leggere oggi, dobbiamo partire dagli inizi:

  • IL FATTO: Innanzitutto dobbiamo risalire al fatto storico. Probabilmente non tutte le vicende accadute al popolo ebraico furono ricordate, ma in molte il popolo eletto vide l'intervento divino, quindi le considerò degne di essere memorizzate. Si fece strada in loro la convinzione che Dio è intervenuto nella storia, proprio in mezzo a loro e ha parlato attraverso quelle persone e quei fatti. Era quindi fondamentale ricordare queste vicende; è come se il popolo avesse detto: "Non possiamo dimenticare che Dio nella nostra storia ci dice cose importanti di Lui e di noi"  

  • LA MEMORIA ORALE:  queste vicende non furono dimenticate e vennero tramandate oralmente di padre in figlio per lungo tempo senza dimenticare nulla. Si preferì ricordare questi fatti a memoria per vari motivi: non tutti sapevano scrivere o leggere, inoltre per lungo tempo il popolo ebraico fu seminomade e solo chi è sedentario può permettersi beni delicati e ingombranti come i rotoli - i  libri di allora. In modo particolare la tradizione religiosa venne tramandata per un lungo periodo a voce:
    • ad esempio narrata da padre in figlio, la sera intorno al fuoco;
    • oppure raccontata in occasione del passaggio in luoghi sacri, cioè presso i santuari nati per ricordare un fatto (i santuari di allora non erano come oggi edifici imponenti, ma semplici luoghi segnati con pietre infisse nel terreno), presso i quali a volte abitavano sacerdoti o persone che si prendevano l'incarico di conservare e tramandare la memoria;
    • infine tutti gli anni in occasione delle feste importanti si ricordava l'episodio che le avevano generate (ad esempio gli ebrei a Pasqua ancora oggi raccontano l'uscita dall'Egitto mentre sono a tavola e mangiano cibi simbolici).
  • IN CHE MODO FARE MEMORIA? Sono molti i modi in cui si fa memoria: anche noi conosciamo a memoria piccoli racconti, canzoni o poesie; così anche la tradizione orale comprende forme come narrazioni, miti, canti, poesie, frasi, leggende, favole, preghiere ecc. 

  • I PRIMI SCRITTI: Dopo essere stati liberati da Mosè e dopo l'esperienza dei 40 anni nel deserto (dove superarono la difficoltà di diventare una comunità, un popolo vero), il popolo ebraico finalmente entrò nella terra promessa insediandosi da nord a sud del territorio, a seconda  delle diverse tribù. Finalmente il popolo nomade divenne sedentario e di conseguenza gli ebrei poterono permettersi di sedersi... e studiare! La lettura e la scrittura si diffusero e così per evitare che certi racconti andassero perduti si iniziò a metterli per iscritto su materiale povero: sassi piatti, cocci, pezzi di stoffa o pelle... 
  • LA PRIMA RACCOLTA DEI TESTI: Davide è ricordato come il più grande re d'Israele, egli gli seppe dare un'ottima legge e un'amministrazione che permisero alle varie tribù di formare veramente un popolo unito. Re Davide volle iniziare a scrivere il libro di Dio ricordando il passato e per valorizzare le tradizioni dei diversi  gruppi e dimostrare l'importanza della loro identità culturale, fece raccogliere dal sud al nord della loro terra i vari scritti facendoli trascrivere, collegandoli tra loro con un filo comune: aveva inizio la storiografia ufficiale del Regno unitario. E da ciò iniziò la tradizione scritta della Bibbia.
  • LA REDAZIONE FINALE: Probabilmente all’epoca del ritorno del popolo dall'esilio Babilonese, gli scribi Esdra e il governatore Neemia si dedicarono a quella che dovrebbe essere la redazione finale del Pentateuco, cioè dei primi e più importanti libri dell'Antico Testamento. 

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