I LARI E I PENATI: LA RELIGIONE FAMIGLIARE PRESSO GLI ANTICHI ROMANI

VESTA:

era la divinità romana che proteggeva il focolare domestico e la famiglia. In realtà la sua venerazione, molto antica, verrà a poco a poco sostituita da quella più sentita e popolare dei Lari e dei Penati (all’interno dei quali un poco alla volta verrà assorbita, diventandone una delle divinità della famiglia, perdendone quindi il carattere principale). A Vesta, come a tutti i Penati, veniva offerto l’incenso. Se la sua importanza famigliare, diminuì, crebbe invece enormemente quella relativa al suo culto pubblico: esso aveva luogo presso il focolare dello Stato, nella rotonda aedes Vestae del Foro, dove la dea era venerata come Vesta publica populi Romani. Qui al suo culto attendevano le vergini sacerdotesse vestali.

I LARI

Erano divinità venerate dai Romani nel culto privato, nell’intimità della propria casa. Erano gli dei che proteggevano il luogo abitato dalla famiglia; proteggevano tutti gli abitanti della casa, sia i membri della famiglia che gli schiavi. Appartenendo al luogo, non potevano seguire la famiglia nei suoi spostamenti, nei traslochi, ma erano stabili, legati a quell’edificio. In realtà la loro origine è contadina, infatti in origine erano gli dei protettori dei campi che venivano venerati di preferenza nei crocicchi, dove più proprietà entravano in contatto o dove s'incrociavano le strade di confine fra più terreni: tali crocicchi si dissero compĭta. Lì era posta la cappella dei Lari, presso la quale ogni anno si faceva la festa chiamata Compitalia. In un secondo tempo, dato che gli schiavi dapprima usati nei lavori dei campi, entrarono anche nell’abitazione famigliare per svolgere vari compiti, il culto dei Lari entrò anche nella casa come una pertinenza della proprietà terriera della famiglia. Ai Lari veniva fatta un’offerta di cibo prima di ogni pasto che veniva portata da uno schiavo al Larario (il piccolo altarino che era posto all’ingresso della casa, e versato sul fuoco là acceso (ecco l’origine del termine focolare domestico, per indicare la casa), tutti stavano in silenzio finché lo schiavo non tornava dicendo “gli dei hanno gradito”. Ecco che la famiglia poteva iniziare il pasto.


I PENATI

Erano gli spiriti protettivi della famiglia, gli dei dei Padri, che venivano trasmessi da Padre in Figlio. Chi erano gli dei Penati? Praticamente tutti gli dei che la famiglia venerava (Vesta, Giove, Apollo, Ercole, Vulcano, Bacco, Genio, Fortuna…). Dato che erano legati al Paterfamilia, si spostavano con lui e quindi anche nei traslochi che la famiglia faceva. Il Termine deriva da penus che indica la dispensa, da intendersi come la parte più intima della famiglia, quindi diciamo che proteggevano non tanto i cibi lì contenuti, ma la prosperità della famiglia. Ai Penati, diversamente dai Lari si offriva incenso, perché avevano un carattere più spirituale.


IL LARARIO

Era il piccolo altare domestico che solitamente era presso l’atrio della casa romana. In un Larario la parte più sacra era ovviamente la rappresentazione sacra delle divinità della casa e quindi a volte il Larario poteva essere un semplice dipinto sul muro, al quale ci si rivolgeva per il culto famigliare. Spesso era fatto a forma di edicola ed allora insieme alla raffigurazione dei Lari, trovavano spazio anche le suppellettili sacre: statuette e oggetti per le offerte votive. Le statuette erano quelle dei Penati cioè delle diverse divinità che la famiglia adorava. Nei giorni di festa l'edicola era addobbata con ghirlande di fiori freschi e il capo di famiglia offriva sacrifici. Almeno una volta al mese si offriva l'incenso; più frequenti erano le offerte di frutta e le libazioni di vino. In casi eccezionali venivano sacrificati degli animali (per onorare nascite o matrimoni o per la partenza per un lungo viaggio di un membro della famiglia e chiederne la protezione). Venivano poi offerti grappoli d'uva, spighe di grano, favi di miele, focacce di frumento, ecc. Ma l’offerta più importante e costante era il fuoco che doveva bruciare sulla piccola ara posta davanti al Larario senza mai spegnersi.


Fonte: Treccani


Commenti