Tolomeo I Soter
I lavori per la costruzione della nuova biblioteca iniziarono intorno al 290 a.C., sotto la supervisione di Demetrio Falereo. Costui, cresciuto ad Atene nella Scuola Aristotelica, aveva imparato dai discepoli di Aristotele il metodo di conservazione e catalogazione dei libri e ne aveva fatto tesoro. Trasferitosi ad Alessandria ed entrato nella cerchia del Faraone, fu l'ideatore e l'iniziatore della costruzione della biblioteca, aiutato, nel suo lavoro di raccolta del materiale, da un gran numero di filologi, scribi, dotti.
Ricostruzione in 3D della Biblioteca fatta per il gioco Assassin's Creed
L'opera continuò anche sotto il regno di Tolomeo II il Filadelfo, il faraone che maggiormente contribuì all'ampliamento dell'archivio dei testi presenti nella biblioteca. Secondo Galeno, infatti, fu proprio il Filadelfo a creare il cosiddetto "fondo delle navi": in pratica, su ordine del sovrano, tutti i libri presenti sulle navi che facevano scalo ad Alessandria dovevano essere ricopiati; gli originali erano trattenuti e ai legittimi proprietari erano restituite le copie. Tolomeo II fece anche un appello a tutti i sovrani della terra perché inviassero ad Alessandria qualunque opera in loro possesso su qualsiasi argomento.
Tolomeo II Filadelfio
La seconda, invece, più piccola e modesta, costituita dal materiale scartato dalla biblioteca madre (circa 43.000 rotoli), la biblioteca del Serapeo, era esterna al palazzo e destinata all'uso dei profani.
La presenza, in un unico luogo, di tanta cultura portò, nel giro di pochi anni, alla trasformazione della Biblioteca in una vera e propria officina del sapere, trasformando Alessandria in un centro di cultura pari, se non superiore, alla stessa Atene.
La presenza, in un unico luogo, di tanta cultura portò, nel giro di pochi anni, alla trasformazione della Biblioteca in una vera e propria officina del sapere, trasformando Alessandria in un centro di cultura pari, se non superiore, alla stessa Atene.
Purtroppo, nel 48 a.C., durante le guerre alessandrine che videro coinvolto Cesare e il suo esercito, il patrimonio librario del Museum subì un primo, doloroso, attacco. La conseguenza dell'incendio appiccato dai romani alle navi attraccate nel porto e ai quartieri circostanti, fu la perdita, secondo quanto riferisce Livio, di circa 40.000 rotoli di papiro.
In seguito, la biblioteca fu sottoposta ad altri danneggiamenti di cui uno grave, tra il 270 e il 275 d.C., ai tempi del conflitto tra l'Imperatore Aureliano e Zenobia di Palmira.
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Vi furono successive distruzioni durante l'epoca cristiana e la successiva dominazione Musulmana.
La Biblioteca fu data alle fiamme con tutto ciò che conteneva e distrutta definitivamente nell'anno 642 dell'era cristiana, anno 20 del calendario arabo.
La Biblioteca fu data alle fiamme con tutto ciò che conteneva e distrutta definitivamente nell'anno 642 dell'era cristiana, anno 20 del calendario arabo.
Fonte: Università di Pavia.
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