L'EPIFANIA TRA MAGHI, RE E VECCHIE BEFANE

(Adorazione dei Magi - Mantegna - 1497-1500 circa - Getty Museum di Los Angeles)

La parola “EPIFANIA”, deriva dal greco e significa “manifestazione divina, apparizione”, nel caso del 6 gennaio il riferimento è a quella di Gesù Cristo che si manifesta appunto a tutti i popoli rappresentati dai Magi (che secondo la tradizione provenivano da luoghi diversi).

Il significato è teologico: i Magi simboleggiano gli stranieri e i pagani che riconoscono la venuta del vero Dio. 

È il Vangelo di Matteo a narrare l'episodio della visita dei Magi a Gesù Bambino i quali da Oriente giungono a Gerusalemme e chiedono “Dov’ è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo”.

Risale a Tertulliano (un Padre della Chiesa) nel II secolo, l’idea di abbinare al termine Magi la qualifica di Re.

ORO INCENSO E MIRRA

Sant'Ireneo spiega il significato dei tre doni:

l'oro è simbolo di regalità

l'incenso è riservato a Dio

la mirra è l'olio tradizionalmente utilizzato per la sepoltura e allude alla Passione di Cristo.

QUANTI ERANO E DA DOVE PROVENIVANO? 
Non spapiamo quanti fossero, il vangelo di Matteo parla di Magi, non del numero, La tradizione che li vuole in tre nasce dal fatto che ognuno di loro portasse un dono: 3 doni = 3 Magi. 
Una leggenda armena vuole che i Re Magi fossero fratelli e riferisce i loro nomi: 

Melkon nel tempo in Italia si trasformerà in Melchiorre)  che regnava sui Persiani; 

Baldassarre, il secondo, sugli indiani; 

Gaspare, il terzo, possedeva il paese degli Arabi.

Ma in realtà la loro provenienza è indicata soltanto nel Vangelo di Matteo, in cui è scritto un generico “Oriente”. Un’indicazione troppo imprecisa, tanto che la tradizione ha voluto fare un po’ di chiarezza, appioppando loro dei nomi tipici delle terre d’Oriente.

Prendendo un esempio dall’Italia, se un bambino si chiamasse Ambrogio, presumibilmente, si penserà che sia nato a Milano (Sant'Ambrogio è il grande santo di Milano). 

Con lo stesso ragionamento, la tradizione ha assegnato ai re Magi il nome di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre. Gaspare deriverebbe dal greco Galgalath, che significa “signore di Saba”, regno leggendario, a sud della penisola arabica, in Yemen, Melchiorre sarebbe la versione italianizzata del nome Melech, che nei tempi antichi della cultura semitica indicava il titolo di “Re”. Melech, quindi, poteva essere originario di una famiglia che parlava Arabo, Ebraico, o il Cananeo-Fenicio. Infine Baldassarre, da Balthazar, nome del mitico re di Babilonia.


ERANO MAGHI?

I termine “Magio”, singolare di Magi, è un titolo che serve a indicare il ruolo del sapiente. Gli esperti ritengono che comunemente erano chiamati Magi gli scienziati, custodi del sapere astronomico. La conferma arriva proprio dal Vangelo di Matteo, in cui sono descritti come sapienti capaci di leggere i segni del cielo. Non è un caso che il motivo del loro viaggio è quello di fare visita con dei doni al bambino indicato dalla Stella. La presenza di questi Magi nel racconto del Vangelo è molto breve, perciò tutto quello che è legato alla loro figura ha un valore simbolico, un insegnamento da dare ai lettori. 
Al di là delle leggende, sterminate, la Chiesa li ha sempre considerati come simbolo dell'uomo che si mette alla ricerca di Dio.

(Urna reliquiario di Colonia - Germania)

LE RELIQUIE

Nel 614 la Palestina fu occupata dai Persiani guidati da Re Cosroe II e distrussero quasi tutte le chiese cristiane, risparmiando la Basilica della Natività di Betlemme perché sulla facciata vi era un mosaico raffigurante i Magi vestiti con l’ abito tradizionale persiano. Secondo la tradizione fu Sant’Elena a ritrovare le reliquie del corpo dei Magi, queste in seguito furono portate a Milano, nella chiesa di Sant’Eustorgio. Nel 1162 l’ imperatore Federico Barbarossa fece distruggere la chiesa e se ne impossessò, le reliquie quindi furono portati nella cattedrale di Colonia, dove ancora oggi sono conservate. Milano cercò ripetutamente di riavere le reliquie: il 3 gennaio del 1904, l’ Arcivescovo Ferrari fece collocare in Sant’ Eustorgio alcuni frammenti ossei in un’ urna di bronzo con la scritta «Sepulcrum Trium Magorum».

E LA BEFANA?

Intanto si capisce chiaramente che il termine deriva dalla “volgarizzazione” del termine Epifania, ma come mai una vecchietta porterebbe i doni ai bambini in questa occasione?

Nel libro Storia e leggende di Babbo Natale e della Befana (Newton Compton) gli autori Claudio Corvino ed Erberto Petoia riportano una leggenda secondo la quale i Magi, diretti a Betlemme con i doni, non riuscendo a trovare la strada chiesero informazioni a un'anziana. La quale, nonostante le loro insistenze, affinché li seguisse per far visita al Bambino, restò ferma. Salvo poi dopo pentirsi della sua riluttanza. Per questo preparò un cesto di dolci, uscì e cercò i re. Ma non li trovò. A quel punto decise che si sarebbe fermata a ogni casa lungo il suo cammino, donando qualcosa ai bimbi, sperando che uno di essi fosse Gesù.
Da allora porta regali a tutti i piccoli.

Liberamente adattato da FAMIGLIA CRISTIANA

Alta fonte: Focus Junior

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