MITI DELLE ORIGINI - COME FU CHE IL CORAGGIOSO CORVO DONO' ALL'UOMO SOLE, LUNA STELLE E ACQUA DOLCE - INDIANI AMERICANI

(corvo con il sole nel becco)

Sarà forse per quel suo gracchiare non proprio aggraziato, sarà per il fatto che è un animale opportunista che non disdegna di nutrirsi dei cadaveri degli animali o forse perché il suo colore è l’opposto di quello che in occidente è considerato il colore della purezza, ma sta di fatto che da noi il corvo non è un animale particolarmente amato. Non aiuta certo il fatto che in alcuni suoi parenti, come la gazza o la cornacchia, siano diventati numerosi negli ultimi anni anche in zone in cui non erano presenti da anni: la presenza di discariche a cielo aperto permettono a loro di trovare cibo facile.

Ma il nero corvo imperiale rimane comunque un animale nobile: vederlo aggirarsi nei prati della torre di Londra fa impressione: procede con solennità, quasi sia consapevole della sua importanza: custodire la monarchia britannica.

Questa sua nobiltà è sempre stata riconosciuta dagli Indiani d’America, tanto che la tribù che ha il suo territorio sulle Isole della Regina Charlotte (nella Columbia Britannica in Canada) racconta di come il Corvo sia stato colui che ha donato all’uomo ciò che è necessario per vivere.

“Molto, moltissimo tempo fa, agli inizi del mondo l’Aquila Grigia era la custode del Sole, della Luna, delle Stelle, dell’Acqua Dolce e del fuoco. L’Aquila Grigia odiava le persone, perciò, teneva loro nascoste queste cose, tanto che gli uomini vivevano nel buio e nel freddo.

Aquila Grigia aveva una figlia bellissima, che attirò gli sguardi di un uccello stupendo: il Corvo. Questo infatti era imponente, forte e completamente bianco, come la neve. Questa caratteristica colpì la figlia di Aquila Grigia che se ne innamorò e lo invitò a casa sua.

Quando il Corvo entrò nella casa di Aquila Grigia vide che appese ai fianchi dell’entrata vi erano il Sole, la Luna e le stelle e l'acqua fresca, allora Corvo capì subito cosa avrebbe dovuto fare. Li avrebbe rubati e portati agli uomini.

Appena Aquila Grigia si distrasse il Corvo li prese nel suo becco e rubò anche un tizzone di fuoco, prendendolo dal braciere che scaldava la casa, e se ne scappò dalla tenda di Aquila Grigia passando per il buco centrale del fumo.


Appena uscito il Corvo appese il Sole, che illuminò il giorno, permettendogli di continuare la sua fuga. Quando il sole tramontò appese alla notte la Luna e le Stelle.

Alla luce di queste continuò a volare portando nel becco l’Acqua Dolce e il tizzone di fuoco. Finalmente trovò il posto giusto e quindi lasciò cadere l’Acqua Dolce che divenne la fonte per tutti i laghi, sorgenti e ruscelli di tutto il mondo.

Allora il Corvo continuò a volare con il tizzone nel becco, ma questo continuava a sollevare fumo che scivolava sul corpo del Corvo. Ad un certo punto il fuoco raggiunse il becco, quindi il Corvo non poté più tenerlo in bocca: quindi lo lascò cadere sulle rocce cedendo a loro un po’ del suo potere: ecco perché quando si colpiscono due rocce fra loro si generano scintille ed ecco anche perché le penne del Corvo sono nere come il fumo che le colorò in quel tempo lontano”

Fonte: Redstarcafè

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