IL NUMERO QUARANTA - QUARESIMA 2021



Quaranta è il numero simbolico con cui l'Antico e il Nuovo testamento rappresentano i momenti salienti dell'esperienza di fede del popolo di Dio. Esprime il tempo dell'attesa, della purificazione, del ritorno al Signore, della consapevolezza che Dio è fedele alle sue promesse.


Il numero quaranta nella Bibbia, Antico e Nuovo Testamento, si incontra spessissimo. E' una cifra simbolica importante. Rappresenta momenti salienti dell'esperienza di fede del popolo di Dio e anche del singolo credente. Questo numero, come anche il tre o il sette, non rappresenta, dunque, un tempo cronologico reale, scandito dalla somma dei giorni. Indica piuttosto una lunga attesa, una lunga prova, un tempo sufficiente per vedere le opere di Dio, un tempo entro il quale occorre decidersi ad assumere le proprie responsabilità senza ulteriori rimandi. E' il tempo delle decisioni mature.


Il numero quaranta appare anzitutto nella storia di Noè. Noè, quest'uomo giusto, a causa del diluvio trascorre quaranta giorni e quaranta notti nell'arca, insieme alla sua famiglia e agli animali che Dio gli aveva detto di portare con sé. E attende altri quaranta giorni, dopo il diluvio, prima di toccare la terraferma, salvata dalla distruzione (Gen 7,4.12;8,6).

Isacco, erede delle benedizioni che Dio aveva dato al suo padre Abramo, indeciso per carattere, finalmente, a quaranta anni decide di costruirsi la sua famiglia. Le tappe fondamentali della vita di Mosè sono simbolicamente scandite in tre periodi, ognuno di quaranta anni. Il libro dell'Esodo ricorda che Mosè ha tratto il popolo fuori dall'Egitto quando aveva ottanta anni, la somma di quaranta (Es 7,7) e l'evangelista Luca rilegge la sua storia nei tre periodi di quaranta anni ciascuna (Atti 7,20-43). Mosè rimane, poi, sul monte Sinai, con il Signore, quaranta notti e quaranta giorni per accogliere la Legge. In tutto questo tempo digiuna (Es 24,18).



La cifra quaranta è il tempo adatto perché il popolo verifichi la fedeltà di Dio: «il Signore tuo Dio è stato con te in questi quaranta anni e non ti è mancato nulla» (Dt 8, 2-5). Gli esploratori d'Israele impiegano quaranta giorni per completare la ricognizione della terra promessa dopo la loro partenza dal deserto di Paran (Nm 13,25). Gli anni di pace di cui gode Israele sotto i giudici sono quaranta (Gdc 3,11.30), ma trascorso questo tempo inizia la dimenticanza dei doni di Dio e il ritorno al peccato. Il profeta Elia impiega quaranta giorni per raggiungere l'Oreb, il monte dove incontra Dio (1 Re 19,8).

Quaranta sono i giorni durante i quali i cittadini di Ninive fanno penitenza per ottenere il perdono di Dio (Gn 3,4). Quaranta sono anche gli anni del regno di Saul (At 13,21); di Davide (2Sam 5,4-5) e di Salomone (1Re 11,41).


Nel Nuovo Testamento, Gesù prima di iniziare la vita pubblica si ritira nel deserto per quaranta giorni, senza mangiare né bere (Mt 4,2). Nel deserto, praticando il digiuno si nutre della parola di Dio, che usa come arma per vincere il diavolo. Le tentazioni di Gesù richiamano quelle che anche il popolo di Dio visse nel deserto, ma che non seppe vincere. Quaranta sono i giorni durante i quali Gesù risorto istruisce i suoi, prima di inviare lo Spirito (At 1,3). Dopo questo tempo ascende al cielo e invia lo Spirito Santo.

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