Una storia speciale: il caso degli ebrei danesi - 1° parte l'invasione tedesca - Historien om danske jøder


Straordinaria è la storia che racconto in questi post; l'ho scoperta attraverso il racconto che me ne ha fatto la prof.ssa Maria Pia Bernicchia (indimenticabile insegnante di tedesco e autrice dell'eccezionale libro "I 20 bambini di Bullenhuserdamm" di cui ho parlato in un post pubblicato durante il giorno della memoria). In una mail che mi ha spedito in questi giorni ha scritto:

E' davvero una storia unica, carica di grande insegnamento in cui tutti traggono beneficio: i cittadini comuni, le autorità, la chiesa... tutti in Danimarca si sono impegnati. Il vero merito di fronte alla storia è quello di non essersi lasciati nazificare!




Det virkelig en enestående historie, fuld af store undervisning, hvor alle fordele: almindelige mennesker, de myndigheder, kirken ... alle i Danmark har begået. Den sande værdi i front af historien er, at ved ikke at have ændre venstre af nazisterne!


Visto che in questi giorni sono ospite, con 20 alunni e altri due insegnanti, della scuola Danese di Stenlille, la voglio raccontare attraverso le parole tratte dal sito Olokaustos. Oggi la prima parte:


GLI EBREI DANESI


I primi ebrei erano giunti in Danimarca chiamati dal re Cristiano IV (1577-1648) per contribuire alla modernizzazione del Paese. Si trattava di ebrei sefarditi che ben presto divennero una minoranza a causa dell'afflusso di ebrei askenaziti provenienti dall'Europa centrale. Benché esclusi da tutta una serie di professioni contribuirono attivamente nel decollo marittimo danese del XVIII secolo. Nel 1814 gli ebrei danesi ottennero parità di diritti con i cittadini danesi e da quel momento - potendo accedere con piena dignità alle attività professionali - la Comunità divenne prospera e importante. negli affari, nella politica e nella vita culturale in un clima di pacifica e continua integrazione. La Sinagoga centrale di Copenaghen, inaugurata nel 1833, divenne il centro della Comunità che sotto la guida del rabbino capo Abraham Alexander Wolff (1829-1891) si indirizzò verso una politica di riformismo moderato. A causa della sempre più accelerata integrazione la Comunità ebraica perse via via molti suoi membri che scelsero attraverso i matrimoni misti e l'abbandono delle pratiche religiose una integrazione totale con i danesi. Il processo di assimilazione perciò ridusse progressivamente la Comunità ad un piccolo 0,3% della popolazione danese.Un'ondata di emigrazione negli anni Trenta del Novecento non spostò le percentuali e, all'inizio delle persecuzioni naziste, la Comunità ebraica danese rimaneva numericamente insignificante.




L'INVASIONE TEDESCA DELLA DANIMARCA

Ankomsten af nazisterne

Il mattino del 9 aprile 1940 colonne corazzate tedesche invadevano la Danimarca passando la frontiera tra le cittadine di Flensburg e Tondern. Contemporaneamente altre unità sbarcavano in diversi punti della penisola danese. Negli anni precedenti la guerra la Danimarca aveva confidato in quella neutralità che l'aveva tenuta lontana dagli orrori della Prima Guerra Mondiale. L'impreparazione danese e la potenza dell'esercito tedesco trasformarono l'operazione militare in una vera e propria"passeggiata". Le operazioni militari durarono quattro ore nelle quali morirono 11 soldati danesi. Il re Cristiano X decise che ogni resistenza era di fatto inutile ed ordinò al suo piccolo esercito di capitolare. Tra la Germania e la Danimarca si stabilì un accordo assolutamente originale: il re rimase al suo posto e così pure il Governo e l'esercito. Formalmente la Danimarca rimaneva una nazione indipendente anche se sul suo territorio vennero stabilite truppe tedesche. Ad affiancare il governo danese i tedeschi inviarono un ministro plenipotenziario dipendente direttamente dal Ministero degli Esteri nazista: il diplomatico von Renthe-Fink. A causa di questa strana situazione la Comunità ebraica danese non venne immediatamente perseguitata. Ragioni di opportunità politica consigliarono ai tedeschi di attendere. D'altro canto gli ebrei danesi rappresentavano un nucleo minuscolo: circa 6.500 persone cui si aggiungevano 1.351 ebrei rifugiati da altre nazioni.
Nel novembre 1942 l’allora plenipotenziario von Renthe-Fink venne sostituito da un più energico nazista: Werner Best. In Francia Best aveva dato buona prova di se nell'opera di repressione della Resistenza e nella eliminazione degli ebrei. Arrivato a Copenaghen Werner Best si mise subito in moto.


Best cercò subito di imporre una nazificazione del popolo danese, ma i suoi sforzi risultarono vani, il piccolo partito filonazista danese non ottenne che pochissimi consensi. Non solo Best non era riuscito a nazificare i danesi ma questi - oltre a non collaborare - si organizzavano per resistere. Si arrivò al punto di assistere a vere e proprie rivolte popolari con scontri nelle strade, barricate ed attacchi alle forze d'occupazione tedesche. La situazione era di fatto intollerabile. Best tentò di imporre al governo danese una legge che prevedeva la pena di morte per i sabotatori ma il Primo Ministro danese Scavenius la respinse minacciando le dimissioni. Werner Best si stava coprendo di ridicolo a Berlino.


Anche quando il plenipotenziario tedesco decise di affrontare la "questione ebraica" si trovò di fronte ad un muro. Quando propose al Governo danese l'imposizione di misure di segregazione verso gli ebrei il Primo Ministro Scavenius gli rispose che il Governo danese si sarebbe dimesso in massa. Best ripiegò su misure minori proponendo un graduale e sistematico allontanamento degli ebrei dalla vita economica del Paese. Progettò una serie di arresti in massa degli ebrei non in quanto tali ma con diversi pretesti "legali" cioè con false accuse di attività criminali. Anche questa idea non riuscì a realizzarsi: la polizia danese non collaborava, la popolazione non avvertiva neppure il significato della questione ebraica e il Governo si comportava sistematicamente in modo ostruzionistico. In Germania tuttavia si era ormai persa definitivamente la pazienza. il 24 agosto 1943 Best venne convocato a Berlino e ricevuto da Hitler in persona. In una tempestosa discussione Hitler ordinò al suo incapace collaboratore di risolvere una volta per tutte la situazione danese. L'ordine era di assumere i pieni poteri e decretare lo stato d'emergenza nell'intero Paese. Il 28 agosto 1943 venne recapitato al Governo danese un ultimatum che - se accettato - avrebbe sprofondato il Paese nelle mani dei nazisti. I tedeschi esigevano dal Governo danese una risposta entro le ore 16. Il ministro Scavenius respinse l'ultimatum tedesco e presentò al re le dimissioni del Governo.


OPERAZIONE SAFARI


I tedeschi sapevano in partenza che le condizioni imposte erano inaccettabili e si erano preparati per prendere il controllo del Paese. Alle 4 del mattino del 29 agosto 1943 i tedeschi tentarono di prendere possesso delle navi da guerra danese alla fonda nei porti ma gli ufficiali danesi li precedettero autoaffondando quasi tutta la flotta. Anche le operazioni contro l'esercito danese non furono pacifiche come si aspettavano i tedeschi: si accesero scontri a fuoco un po' ovunque specie intorno al Palazzo Reale. Tuttavia, vista la sproporzione delle forze in campo, i tedeschi riuscirono nel loro intento: la Danimarca era ora amministrata direttamente dall'occupante.


LA SOLUZIONE DELLA QUESTIONE EBRAICA


L'8 settembre 1943 Werner Best inviò un telegramma a Berlino nel quale scriveva: "Ritengo che se le attuali nuove condizioni dovessero permanere in tutta la Danimarca sarebbe giunto il momento di rivolgere la nostra attenzione verso la soluzione della questione ebraica". Il 18 settembre successivo il Führer decise la deportazione degli ebrei danesi. Best si mise al lavoro. Riuniti i suoi principali collaboratori comunicò loro la sua intenzione di procedere al rastrellamento e all'arresto di tutta la Comunità ebraica danese. Tra i collaboratori di Best vi era Georg Ferdinand Duckwitz che si oppose nettamente al piano esposto dal suo capo. Ciononostante Best era ben deciso ad agire senza esitazioni. L'incarico di arrestare gli ebrei venne affidato allo Standartenführer Mildner al cui comando vennero posti tre battaglioni della Polizia d'Ordine. Hitler diede ordine che si procedesse. La data per il rastrellamento venne fissata in una riunione del 28 settembre: gli ebrei dovevano essere arrestati nella notte tra il 1° ed il 2 ottobre 1943. Navi e treni furono preparati per trasferire i prigionieri verso i campi di concentramento tedeschi. A questo punto Duckwitz avvertì del piano Hans Hedtoft, leader socialdemocratico danese. A sua volta Hedtoft si mise in contatto con il rabbino capo della Comunità ebraica Henriques. In un primo momento Henriques giudicò la notizia falsa, successivamente a causa dell'insistenza di Heldtoft decise di avvertire tutta la Comunità il 29 settembre.


L'AIUTO DELLA POPOLAZIONE


La notte tra il 1° ed il 2 ottobre il piano di Best scattò. Quando però si fecero i conti dei risultati dell'operazione i nazisti si accorsero di aver messo le mani su 477 ebrei, meno del 10% della Comunità danese. Ancora una volta si era trattato di un fiasco. La quasi totalità degli ebrei era stata nascosta nelle case dei danesi e si era sottratta all'arresto. C'era però da prevedere che i tedeschi avrebbero rinnovato i loro tentativi e presto o tardi ci sarebbe stata un'altra retata. Il 3 ottobre era una domenica. Inaspettatamente dal pulpito delle Chiese danesi venne letta dai sacerdoti una lettera pastorale nella quale si esortavano i danesi ad aiutare e difendere gli ebrei.


In modo assolutamente inspiegabile la popolazione danese diede inizio ad una operazione di salvataggio di proporzioni gigantesche.Tra la Danimarca e la Svezia vi è uno stretto braccio di mare: il Sund. Lo stretto varia dai 10 ai 30 chilometri ed è su questa via che gli ebrei dovevano incamminarsi per sfuggire ai tedeschi. Ancora una volta Georg Ferdinand Duckwitz fu decisivo. Convinse il comandante tedesco del porto di Copenaghen ad inviare i suoi motoscafi nelle officine per presunte ed inesistenti "riparazioni". In questo modo la vigilanza sullo Stretto di Sund venne affidata alla polizia danese più che disponibile a lasciar passare chiunque.Tra la fine del settembre 1943 e l'inizio di ottobre 1944 si mise in moto una macchina di solidarietà imponente. I rischi connessi al trasporto per mare erano considerevoli e i marinai dei pescherecci che rischiavano la vita e le proprietà chiedevano 500 corone per il trasporto.Ovviamente non tutti gli ebrei erano in grado di pagare una simile cifra e i cittadini danesi si mobilitarono anche in questo. Uomini della Resistenza danese andarono di casa in casa per organizzare una gigantesca colletta. Tutta la popolazione aiutò in mille modi gli ebrei ospitandoli, nascondendoli, pagando le spese del trasporto e trasportandoli sulle imbarcazioni. Il salvataggio proseguì sino alla fine di ottobre quando giunsero in Svezia 5.919 ebrei, 1.301 ebrei "per metà" e 686 coniugi "ariani" di ebrei. Fu un grandissimo successo che i danesi dovettero pagare a caro prezzo.

Commenti